La Traviata in 90 minuti
Tutti i momenti musicali ed emotivi che fanno di traviata “LA TRAVIATA” condensata nell’intreccio dei due percorsi narrativi e interpretativi. Il tema dell’amore romantico, passionale che ha
suscitato con le sue indimenticabili melodie immancabilmente forti emozioni nei cuori degli ascoltatori, che cresce sempre più avvolgente e luminoso. Dall’iniziale incertezza e
“folleggiamento” si fa più struggente arrivando ad esprimersi con passione e forza nell’amami Alfredo che condensa la disperata tensione interiore di Violetta fino alla flebile, lontana
reminiscenza e tragica conclusione.
Il secondo percorso, seguendo la suggestione offerta dal musicologo Mattioli nell’originale e irriverente interpretazione “Traviata Puttana e Santa” è quello scavato da Verdi “sociologo”
realista che ha affrontato con forza il conflitto fra individuo e comunità infilando il suo bisturi carne viva della società del suo tempo, colpendo l’ipocrisia e andando al cuore del perbenismo borghese”, buonista e benpensante che in ogni epoca osserva e giudica il comportamento della donna e delle sue scelte.
Un esempio è il personaggio del vecchio Germont che nella sua prepotente, ipocrita grettezza è rappresentante della società provinciale basata sulla morale melliflua e violenta allo stesso tempo.
Forse è proprio questa la voglia che spinse Verdi a mettere in musica questo particolare e scomodo argomento con l’espressività musicale tanto sentita. Il compositore si sarebbe
immedesimato nella vicenda pensando alla sua situazione personale, la convivenza con la Strepponi e il clima di pettegolezzi e ostilità sollevati a Busseto. Anche la società coinvolta
nell’opera partecipa con gioia al clima festoso e danzante che avvolge e comprende tutto, riducendosi più tardi nella scena finale
disprezzo di Alfredo (con intervento ipocrita di Germont padre). Ma alla fine la festa resta un
fuggevole segnale fuori scena dimenticando e abbandonando Violetta al suo destino, al ricordo dell’Addio del passato: effetto struggente che deriva dall’illusione vana di poter recuperare la
festa, la felicità, la salute.